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Cos’è il Bilancio di Sostenibilità e quando è obbligatorio per le aziende?

Il Bilancio di Sostenibilità come tema di Corporate Social Responsibility (CSR) porta nelle aziende i valori delle esternalità: economiche, sociali e ambientali dell'operato. Scopriamo assieme cosa significa, quali documenti bisogna presentare e quali vantaggi apporta al business

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Indice

Cos’è il Bilancio di Sostenibilità

E’ negli ultimi anni che si legge e sente sempre più parlare del Bilancio di Sostenibilità. Ma cos’è davvero questo documento e quando scatta l’obbligo per le aziende di metterlo in campo? Premessa: il Bilancio di Sostenibilità non ha nulla a che fare con il Bilancio d’esercizio: quel documento che un’azienda è obbligata per legge a redigere ogni anno per rendere conto allo Stato – e ora all’Europa – di tutte le indicazioni finanziarie e di situazione economia dove si riportano costi, ricavi e utili.

Nella logica del Bilancio di Sostenibilità si richiede ad una organizzazione, che sia un’impresa o un ente pubblico o un’associazione, di comunicare periodicamente, in modo volontario, gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili. Se l’intento è quello di considerare l’elemento azienda a trecentosessanta gradi bisogna considerare le implicazioni d’impatto sul territorio, sull’ambiente e sulla società. Il Bilancio di Sostenibilità nasce proprio per questo aspetto.

Scopri 6 vantaggi che il Bilancio Socio-ambientale apporta alle aziende che lo utilizzano

Quali sono i soggetti a cui si rivolge il Bilancio di Sostenibilità

E’ un atto rivolto a tutti gli stakeholder, o portatori d’interesse verso l’azienda, nei confronti di un percorso di comunicazione sugli impegni presi dall’impresa nell’ambito della Responsabilità d’Impresa – o Corporate Social Responsibility (CSR). Chi sono questi portatori di interesse? Cittadini che insistono nell’area di pertinenza dell’azienda, dipendenti, fornitori, ma anche autorità locali e stampa. A loro si rivolge il Bilancio di Sostenibilità che viene pubblicato dalle aziende una volta all’anno.

La definizione di Bilancio di Sostenibilità

L’Unione europea nel Libro verde della Commissione (2001) definisce il Bilancio di Sostenibilità come: L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Sei anni dopo, anche il ministero dell’Interno in Italia ha fissato una definizione nazionale per questo impegno aziendale: “Il Bilancio Sociale è l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.

La Sostenibilità al centro delle decisioni aziendali

Non solo le grandi aziende oggi puntano alla sostenibilità come focus di pianificazione di asset e strategie d’investimento. La sostenibilità oggi rappresenta un elemento chiave per le aziende e racchiude in se’ con molteplici vantaggi:

  • Creare un’immagine, e Green Reputation del brand, solida e credibile nel tempo;
  • Costruire un business sostenibile e duraturo nel lungo periodo;
  • Accedere a nuove forme di capitali e modelli di business;
  • Formalizzare importanti operazioni di saving;
  • Accedere a nuovi mercati o nicchie di mercato legate alla sostenibilità;
  • Gestione dei rischi legati ai cambi climatici, idrogeologici puntando all’impact investing;
  • Gestire e realizzare importanti momenti di teambuilding funzionali nel prospettare maggiori efficienze e soddisfazioni per i propri dipendenti;
  • Provvedere alla realizzazione di una politica etica e ambientale aziendale da presentare ai propri stakeholder;
  • Salvare il pianeta.

Linee guida per redigere un Bilancio di Sostenibilità

Come si redige un bilancio di sostenibilità? Ad oggi non vi è un riferimento normativo comunitario che risponda a procedure identificate o documentazioni obbligatorie precise da redigere. Indicatori di sostenibilità riconosciuti non sono ancora entrati in vigore e le aziende basano le proprie procedure su base volontaria. Non vi è tutt’oggi una legge che imponga un metodo uniforme, ma sono presenti delle linee guida come quelle del Global Reporting Initiative, un gruppo no-profit fondato a Boston nel 1997 che riporta degli standard entro cui le aziende possono muoversi nel mostrare il loro impegno nella sostenibilità e i contenuti da inserire nel documento di Sostenibilità.

A metà ottobre del 2016 il GRI (Global Reporting Initiative) ha pubblicato nuovi standard che hanno sostituito quelli precedenti, a partire dal 1 luglio 2018. Si tratta di 36 linee guida da seguire per realizzari Bilanci di sostenibilità trasparenti e omogenei nel contenuto su una lunga serie di temi: le emissioni di gas serra, l’impronta idrica, il consumo di energia, le politiche adottate con i lavoratori, etc… Le aziende possono così seguire queste indicazioni di carattere volontario per pubblicare sia un Bilancio di Sostenibilità completo sotto i molteplici aspetti trattati dagli indicatori, sia per stilare relazioni dettagliate su singoli argomenti verticali.

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In linea di principio, il Bilancio di Sostenibilità risulta uno strumento che segue questi punti:

  • illustrare l’operato dell’impresa in rapporto alla sua mission, ai valori, e ai suoi principi ispiratori;
  • illustrare le sue prestazioni, soprattutto dal punto di vista sociale;
  • fornire informazioni e strumenti utili a supportare il management nella definizione delle strategie sociali dell’impresa, soprattutto nell’analisi delle attese legittime degli stakeholder;
  • quantificare il contributo sociale netto dell’impresa nei confronti dei diversi stakeholder;
  • verificare la coerenza tra obiettivi assunti e risultati ottenuti;
  • esplicitare gli obiettivi di miglioramento dell’impresa sotto il profilo sociale.

Quando il Bilancio di Sostenibilità diventa obbligatorio per le aziende

La direttiva numero 95 del 2014 (2014/95/UE), recepita solo alla fine del 2016 da parte del Parlamento e del Consiglio europeo, ha reso questo tipo di bilancio obbligatorio.
Non per tutte le realtà. Difatti sono tenute a redigere un Bilancio di Sostenibilità tutte le “imprese di grandi dimensioni che costituiscono enti di interesse pubblico e gli enti di interesse pubblico che sono imprese madri di un gruppo di grandi dimensioni, in ciascun caso aventi in media più di 500 lavoratori, nel caso di un gruppo, da calcolarsi su base consolidata”.

Per base consolidata si intende un bilancio consolidato che soddisfi determinati criteri stabiliti dalla legge: il totale dell’attivo dello stato patrimoniale dev’essere superiore a 20 milioni di euro oppure, in alternativa, il totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni deve superare i 40 milioni. La stessa direttiva, però, aggiunge che “ciò non dovrebbe impedire agli Stati membri di chiedere la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario a imprese e gruppi diversi dalle imprese che sono soggette alla presente direttiva”.

Il principio espresso dalla direttiva è quello del “comply or explain”: ciò implica che le aziende dovranno rendere note le loro politiche in termini di sostenibilità, oppure dovranno spiegare il motivo per cui non se ne sono occupate.

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Lo standard SA 8000

SA 8000 (Social Accountability 8000) costituisce il primo standard a livello internazionale con cui si garantisce che un’organizzazione sia socialmente responsabile, cioè si impegni al rispetto delle regole dell’etica del lavoro e ricusi apertamente tutte le condizioni lavorative caratterizzate dalla disumanità, dallo sfruttamento, dall’iniqua retribuzione e dall’insalubrità del luogo di lavoro.

Tale standard si basa, infatti, su principi dettati dai riferimenti internazionali in materia di diritti umani e dei lavoratori ed in particolare fa riferimento ai concetti della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, delle Convenzioni ILO (International Labour Organization), delle Convenzioni delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino e per eliminare tutte le forme di Discriminazione contro le donne.

3 Casi Studio aziendali di Bilancio di Sostenibilità

Enel, Ferragamo e Ferrero sono tre realtà aziendali italiane che hanno trasformato questo documento in un vero e proprio patto dove attestano le iniziative aziendali intraprese sotto l’aspetto ambientale, sociale e culturale. Ne abbiamo parlato approfonditamente in un recente articolo trattato sul nostro blog:

Leggi qui Bilancio di Sostenibilità: 3 aziende che l’hanno già fatto

 

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