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Tessuto dal Latte di scarto? Lanital? La risposta è Origami

Tessuti innovativi che provengono da materiali di scarto ma che hanno caratteristiche molto particolari. Parliamo di Latinal, il tessuto che deriva proprio dagli scarti del latte. Ne abbiamo parlato con Maria Maddalena Falaschi della startup Origami

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Andrea Cavagna

CSO e Co-Fondatore

Cos’è il Lanital, la fibra di latte derivata dallo scarto di produzione del latte?

Il lanital o fibra di latte è un filato realizzato dagli scarti della produzione alimentare del latte, in particolare dalla proteina del latte quindi la caseina che viene trasformata e resa affidabile per poi andare a creare questo questo filato che ha tantissime proprietà benefiche proprio per la pelle. Perché idratante, anallergico, antibatterico e termoregolatore. 

Ho scoperto questo tessuto mentre facevo l’università in design, proprio nel periodo di sviluppo della tesi. Andando ad analizzare le proprietà di questo tessuto particolare ho scoperto che in realtà ha una tradizione e una nascita non così recente: nasce negli anni trenta ed è tra l’altro un’invenzione tutta italiana.

Il Lanital è stato inventato dall’ingegner Ferretti che, cercando di utilizzare il materiale a disposizione in sovrapproduzione che era il latte e non potendo importare in quel periodo perché c’era l’embargo la lana, s’è inventato un tessuto che potesse in qualche modo replicare la lana.

E come mai si è arrestata la corsa di questo filato?

Il Latinal non ha avuto molto successo perché mentre stavano cercando di ottimizzarlo sono venuti fuori, nel dopoguerra, tutti quelli che sono i filati derivati dal petrolio che costavano pochissimo ed erano super resistenti. E’ stato proprio spazzato completamente via dal mercato, per essere poi invece ripreso negli anni duemila: periodo nel quale ci si è resi conto dell’impatto e delle problematiche che creano i filati derivati dal petrolio. 

Ci si è resi conto che questi filati non erano la soluzione e per fortuna c’è stato un ritorno a quelli che erano invece i filati di origine naturale o comunque ricavati da materiali naturali e quindi si è andati a ritrovare la fibra di latte. I tecnici hanno continuato a lavorare sul processo di lavorazione di questa fibra per andare a ridurre ancora di più l’impatto ambientale: oggi infatti questo filato è più performante. Siamo alla terza generazione di filato, che è quella che utilizziamo noi in Origami attualmente, che appunto ha tutta questa serie di caratteristiche e di benefici per la pelle.

Quali sono i benefici del Lanital?

In fase di tesi ho scoperto tutti questi benefici di questo filato. Soffrendo io di dermatite atopica, avendo quindi ben presente quello che può essere l’impatto dell’abbigliamento sulla pelle, e con l’arrivo del mio primo nipotino, mi sono resa conto proprio come la pelle e in particolare quella del neonato, sia delicata. E’ una pelle molto sensibile. A contatto con determinati tessuti mi sono sorpresa nel vedere come appunto la pelle di mio nipote avesse le stesse reazioni della mia. Mi sono incuriosita e andando ad approfondire proprio questo argomento ho scoperto che in realtà c’è una fortissima correlazione tra questi due fattori: quando alla nascita la pelle del neonato non è ancora del tutto formata, ci impiega circa due anni a strutturare quella di un adulto. Ciò la rende molto più vulnerabile agli agenti esterni e all’insorgenza di malattie.

E’ tutta una serie di aspetti da considerare: si è visto, soprattutto negli ultimi studi, come ci sia una componente genetica in questo senso, infatti ci sono persone più predisposte a questo tipo di sensibilità. Se un bambino ha due genitori che soffrono di dermatite atopica sarà più facile che anche lui soffra di questa patologia. 

Non solo i fattori genetici determinano però questa patologia. Un altro fattore da considerare è la maggiore esposizione ad agenti chimici, piuttosto che ad agenti dannosi in questa fase di vita.

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E questo ti ha spinta a fondare Origami?

Esattamente. Nata come progetto di tesi che ho sviluppato proprio dalla scoperta di questa fibra, ho creato e progettato questa prima collezione in fibra di latte: un primo prototipo che poi è diventato Origami.

Il progetto ha avuto un buon riscontro sia da parte dei miei insegnati, sia da parte del mondo produttivo, col quale mi sono interfacciata per andare a sviluppare la tesi. Una tesi progettuale dove sono andata a simulare e a fare proprio tutti gli step di produzione: dal contattare i fornitori piuttosto che informarmi creare i prototipi modelli eccetera …

Una volta laureata, dalla teoria alla pratica, mi sono ritrovata con in mano con tanto lavoro già svolto. Il progetto era parte di me e rispecchiava quello che è la mia filosofia e quindi ho deciso di portarla avanti. Mi son detta “vediamo se effettivamente si può trasformare in qualcosa di concreto o no” e ho cominciato tutto quello che è il percorso per la nascita delle startup. Dapprima con un corso in camera di commercio Forlì poi nell’incubatore di Cesena costruendo un team. Insomma tutto quello che poi è stato il percorso per arrivare proprio alla creazione di Origami uscire con la prima collezione e lanciare il prodotto.

Il lanital è proveniente dal latte ma lo possiamo anche ricavare da qualsiasi prodotto che contenga caseina?

Esattamente Andrea. Diciamo che ci sono tutta una serie di prodotti, o comunque di materiali contenenti latte o caseina, che non sono utilizzabili a scopo alimentare. In parte perché magari sono stati danneggiati e sappiamo quanto la filiera alimentare, soprattutto in italia, ha delle leggi molto stringenti su quello che deve essere la qualità del prodotto. Se ad esempio del latte viene in qualche modo danneggiato contiene delle sostanze che poi potrebbero creare danno all’uomo e il latte viene automaticamente scartato e non può essere utilizzato per l’uso alimentare.

Latte e latticini sono uno dei quei prodotti che hanno una conservazione molto breve. Una grande quantità di materiale scaduto non può essere più essere rimesso in commercio o comunque che non può essere consumato e che ad oggi viene utilizzato principalmente per fare un sottoprodotto che è pasto che poi viene dato agli animali.

Com’è al tatto il Lanital?

Una via di mezzo tra la lana e la seta. Ha una mano setosa per cui è estremamente morbido ma allo stesso tempo non ha la freddezza e la rigidità che invece ha la seta. La seta ovviamente ha un tessuto non elastico. La fibra di latte è un tessuto termoregolatore che ti aiuta a mantenere la temperatura corporea. 

Quindi il Latinal è un tessuto traspirante – fa un po’ quello che è la funzione della lana che assorbe l’umidità – e quindi non tifa ghiacciare. Mentre il cotone non assorbendo l’umidità che rimane attaccata addosso con conseguente problema del raffreddamento. Per un neonato è particolarmente problematico perché ha sbalzi di temperatura molto più elevati rispetto ad un adulto. Difatti i bambini sudano molto più facilmente e soprattutto d’inverno possono ammalarsi e tutto quello che ne consegue…

Qualcos’altro bolle in pentola dentro a Origami mi dicevi

La fibra di latte, nel momento della partenza del nostro progetto, era il filato perfetto per sviluppare la collezione e per l’uso che ne doveva essere fatto. L’obiettivo e la filosofia che sta dietro Origami è sempre quella di andare a trovare il tessuto migliore per la funzione che che deve avere. Ovviamente se si deve andare a fare una giacca a vento non è congeniale la fibra di latte ma bisogna andare verso il corretto tessuto, in base alla funzionalità.

Oltre alla funzionalità non possiamo dimenticare l’aspetto del tessuto, senza dimenticare l’impatto ambientale e il costo del filato. Proprio il costo è un indice di quello che è il processo di produzione. Probabilmente se è costoso è perche la materia prima è particolarmente difficile da reperire, oppure perché le lavorazioni sono particolarmente complesse.

Abbiamo come Origami sempre monitorato da vicino tutte quelle nuove tendenze e le nuove scoperte dal punto di vista del dei filati. Due nuovi materiali che stiamo valutando sono le alghe e l’abete: tutta una serie di prodotti che adesso, per fortuna con questo ritorno all attenzione all’ecosostenibilità, si riesce poi a sviluppare. C’è una tendenza delle aziende produttive di filati che vanno a studiare questi nuovi materiali per andare a creare dei filati che siano sempre più performanti, da una parte, e sempre più naturali dall’altra.

Economia circolare non è riciclo cioè molti non sanno effettivamente cosa significhi economia circolare.

Noto adesso, oltre al tema della tendenza, una grande dose di storytelling e di marketing nelle operazioni di vendita di nuovi prodotti nel settore del fashion.

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Andrea Cavagna

CSO e Co-Fondatore

Con Sfridoo supportiamo le imprese nel passaggio da un'economia lineare a una totalmente circolare. L'impatto economico e ambientale delle nostre soluzioni è drastico e ad alto contenuto d'innovazione.

Articolo aggiornato il 05/03/2024