Sostenibilità

16 esempi di Simbiosi Industriale tra imprese

Ecco i casi concreti di Simbiosi Industriale che hanno portato le aziende ad acquisire vantaggi economici, competitivi e ambientali grazie all’applicazione del modelli di Economia Circolare

Simone Tabellini per Sfridoo

Simone Tabellini

Digital Marketing Specialist

Simbiosi Industriale definizione

Quando parliamo di Simbiosi Industriale (SI o Industrial Symbiosis) ci riferiamo a una vera e propria rete di attività industriali che hanno lo scopo di massimizzare il valore delle risorse impiegate (materie, energia, servizi e competenze), all’interno dei propri processi di produzione.

Tali relazioni possono avvenire tra aziende di un’area geografica circoscritta, caso più rappresentativo di tale contesto è il Distretto Industriale di Kalundborg, o in un’area geografica più o meno distante, in questo caso è più corretto utilizzare il termine “Modello Batch”.

Lo scopo della Simbiosi Industriale

Prima di addentrarci nell’analisi degli esempi di Simbiosi Industriale, è necessario capire quale sia il suo reale scopo.

Questi modelli nascono con l’obiettivo di ottenere il massimo valore da ogni singola risorsa presente all’interno dei processi industriali, che sia essa di natura energetica, materica o legata al know-how delle imprese da migliorare.

Tale finalità porta con sé diversi vantaggi, come la creazione di situazioni di vantaggio reciproco (win-win), l’efficientamento delle risorse impiegate, l’aumento del grado di sostenibilità ambientale dei processi, l’adozione di nuovi modelli circolari, un importante vantaggio economico e sociale e tanti altri ancora.

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Esempi di Simbiosi Industriale internazionali

Vediamo quindi quali sono gli esempi di Simbiosi Industriale, partedno dai casi virtuosi internazionali.

Nello specifico, i casi di SI internazionali che andremo ad analizzare sono undici:

  • Il Distretto Industriale di Kalundborg.
  • Integrated Biosystem Montfort Boys Town.
  • Londonderry Eco-Industrial Park.
  • Riverside Eco-Park, Vermont.
  • Red Hills Power Plant, Mississippi.
  • Taiga Nova Eco Industrial Park.
  • CleanTech Park, Singapore.
  • NISP: National Industrial Symbiosis Programme.
  • Shawnigan Lake ECO-Industrial Park.
  • Burnside Park, Nuova Scozia.
  • La città di Kwinana, Australia.

Distretto industriale Kalundborg, Danimarca

Il distretto industriale Kalundborg opera tramite una vasta rete di collegamenti fisici che agevola lo scambio degli scarti di produzione come acque reflue e la condivisione di materiali e risorse termiche ed energetiche. 

Il distretto, nato negli anni 60, come area di scambio di scambi di materiali, rappresenta oggi uno degli esempi più longevi di Simbiosi Industriale, grazie soprattutto al volere degli stessi titolari della aziende che dal primo giorno si sono riuniti sotto un motto comune: “working together is just a smart business” (lavorare insieme è solo un business intelligente).

Oggi all’interno della rete sono presenti importanti gruppi industriali come il più grande produttore mondiale di insulina, Novo Nordisk, il più grande produttore mondiale di enzimi, Novozymes e il più grande stabilimento dell’Europa settentrionale per il trattamento delle acque di scolo.

Integrated Biosystem Montfort Boys Town

Il primo caso di SI è il progetto Integrated Biosystem situato nelle isole Fiji.

È stato progettato con lo scopo di raccogliere grano esausto proveniente da birrifici, altrimenti scaricati in mare, soffocando le barriere coralline.

Il sistema utilizza i rifiuti del birrificio come substrato per coltivare funghi, i quali scompongono i rifiuti, rendendoli un mangime per suini di alto valore.

A seguire, i rifiuti generati dai suini vengono trattati attraverso un digestore anaerobico, per poi venir convogliati in peschiere.

Tale trattamento rende l’acqua ricca di nutrienti generando cibo per quattro strati trofici di pesci. 

I rifiuti creano anche terreno fertile per la coltivazione di ortaggi.

La particolarità di questo progetto è che unisce il mondo agricolo a processi industriali, concetto che viene ripreso anche nel nome stesso del progetto:  “integrated biosystem”, tradotto “bio-sistema integrato”.

Londonderry Eco-Industrial Park

La città di Londonderry ha assemblato un parco di 100 acri vicino all’aeroporto di Manchester, New Hampshire, con l’obiettivo di creare un parco eco-industriale.

Il progetto è stato affidato a uno sviluppatore privato, specializzato in sviluppo sostenibile e design, che ha accettato di acquistare il terreno e di seguire una serie di requisiti prestazionali, linee guida e pratiche ambientali.

Una centrale a gas a ciclo combinato da 720 MW costruita da AES Corporation è stata autorizzata e diversi altri inquilini si sono trasferiti nel sito del parco eco-industriale.

La centrale utilizzerà le acque reflue di un vicino impianto di depurazione per l’uso nelle sue torri di raffreddamento.

Riverside Eco-Park, Vermont

Il Riverside Eco-Park è un eco-parco costituito da 10.000 metri quadrati di imprese e 50.000 metri quadrati di serre (bio shelter), che sorgerà a Burlingtons Intervale.

All’interno del parco saranno presenti strutture per la produzione di prodotti alimentari, di serre e agricoltura biologica, di macchine per la trasformazione di rifiuti organici e di un impianto di piscicoltura.

Tali processi verranno alimentati dal calore residuo della più grande centrale a legna del paese: la McNeil Generating Plant, da 60 MW.

Il sottoprodotto della centrale, ovvero il vapore, servirà a rendere chiuso il ciclo energetico della struttura.

Il progetto ha ricevuto 1.020.000 dollari da parte dell’Amministrazione per lo sviluppo economico, ricevendo richiesta da molte aziende per affittare spazi all’interno dell’Eco-parco.

Red Hills Power Plant, Mississippi

Il progetto Red Hills Power Plant, in Ackerman, Mississippi, è stato avviato nell’ottobre 1998, 

Il nucleo del progetto è la costruzione di una centrale elettrica da 450 milioni di dollari da parte dell’azienda belga Tractebel nel sito di una miniera di lignite nel Mississippi rurale.

Utilizzando la tecnologia a letto fluido per ridurre le emissioni di zolfo, l’impianto da 440 MW brucia circa 1,5 milioni di tonnellate di lignite all’anno.

L’impianto offre posti di lavoro e un impatto economico positivo alla comunità locale sia grazie alla centrale elettrica sia alla miniera adiacente, la cui produzione di lignite è destinata al 100% alla centrale elettrica.

Inoltre, il progetto è sostenuto dalla Divisione Energia del Mississippi Department of Economic and Community.

Taiga Nova Eco Industrial Park

Il Taiga Nova Eco Industrial Park è un distretto industriale a Fort McMurray, Alberta (Canada), il primo a essere nato nella città.

L’eco-parco, terminato nel 2011, è composto da circa 131 acri e presenta una notevole efficienza sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista della progettazione sostenibile.

La struttura offre uno spazio per le imprese rispettose dell’ambiente con l’obiettivo favorire un giusto rapporto tra ambiente ed economia, fornendo al contempo servizi alla comunità.

Il Parco Eco-Industriale dispone anche di lotti aziendali, commerciali e industriali.

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CleanTech Park, Singapore

CleanTech Park è un eco-business park a Singapore, il primo a nascere nella città-stato con questo virtuoso obiettivo.

Il sito, della grandezza di 37.500 metri quadrati, è adiacente alla Nanyang Technological University, polo tecnologico della città.

All’interno della struttura sono presenti uffici, officine e laboratori per attività di ricerca e sviluppo legate alle tecnologie pulite.

Per tali spazi vengono utilizzate tecnologie come l’illuminazione a LED ad alta efficienza energetica, sensori di regolazione, pannelli solari, che aiutano la struttura a risparmiare dal punto di vista economico e a ridurre il proprio impatto sull’ambiente.

Lo scopo del Clean Tech Park è infatti quello di trovare nuovi soluzioni sostenibili per l’apparato manifatturiero di Singapore.

NISP: National Industrial Symbiosis Programme

National Industrial Symbiosis Programme (NISP) è un programma britannico che promuove la simbiosi industriale a livello mondiale.

Il programma è stato creato nel 2005 dal Business Council for Sustainable Development del Regno Unito e gestito dalla società non-profit International Synergies.

Nel 2007 la non-profit ha esportato questo modello in più di 20 paesi europei attraverso il modello chiamato di “capacity building”.

Infatti, l’obiettivo principale di NISP è quello di facilitare lo scambio di risorse tra le imprese, promuovendo la riduzione dei rifiuti e l’efficienza energetica, mettendo a disposizione competenze e processi per accelerare il processo di cambiamento di questi territori.

Il programma si basa sull’idea che i rifiuti di un’impresa possano diventare risorse utili per un’altra impresa, creando così una interconnessione virtuosa tra le imprese stesse.

Il funzionamento di NISP prevede la creazione di un database online dove le imprese possono inserire le proprie risorse disponibili e le proprie esigenze.

Shawnigan Lake ECO-Industrial Park

Il Shawnigan Lake ECO-Industrial Park (SEIP) è un progetto partito dalla rigenerazione di un’area oggetto di disboscamenti forestali e di estrazione massiva di materie prime, come la ghiaia.

Il SEIP è stato fondato nel 1999 e rappresenta un esempio di come la Simbiosi Industriale e la sostenibilità ambientale possano essere integrate in un progetto industriale di successo.

Oggi, il progetto ha raggiunto i più alti standard di certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), dimostrando l’importanza di considerare l’efficienza energetica e l’impatto ambientale nella progettazione e nella costruzione degli edifici e delle comunità.

Burnside Park, Nuova Scozia

L’eco-parco Burnside Park è situato a Halifax, in Nuova Scozia, e offre l’opportunità di indagare l’applicazione dell’ecologia industriale alle piccole imprese.

Rappresenta il più grande parco industriale, composto da 2000 imprese e circa 30.000 dipendenti.

Grazie al supporto delle istituzioni, oggi l’eco-parco ha aiutato 1.500 aziende a migliorare le proprie prestazioni ambientali, tramite la costruzioni di relazioni strategiche e un forte sostegno al cambiamento delle pratiche commerciali.

La città di Kwinana, Australia

L’Australia ha sviluppato un progetto di Simbiosi Industriale in cui le attività dell’intera città di Kwinana condividono acqua, energia e rifiuti. 

Secondo i dati forniti dal sito ufficiale della città di Kwinana, la simbiosi industriale ha permesso di evitare lo smaltimento di circa 25.000 tonnellate di rifiuti all’anno, riducendo così le emissioni di CO2 dell’industria di circa 100.000 tonnellate all’anno.

Un esempio di collegamento creato è il seguente: un’industria chimica fornisce acqua di raffreddamento a un’azienda produttrice di acciaio, mentre le scorie dell’industria siderurgica vengono utilizzate come materiale di base per l’asfalto.

Inoltre, la Simbiosi Industriale ha permesso di creare nuove opportunità di lavoro e di aumentare la competitività delle imprese coinvolte nel sistema di economia circolare.

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Esempi di Simbiosi Indsutriale italiani

Nel corso degli anni anche la rete industriale iltaliana si è attivata per portare avanti progetti di Simbiosi Industriale.

I casi virtuosi più rilevanti che sono stati attivati sono i seguenti:

  • Porto Marghera, Venezia.
  • Distretto industriale di Brescia.
  • Distretto del cuoio di Santa Croce sull’Arno.
  • Distretto del tessile di Prato.
  • Progetti di Simbiosi Industriale di ENEA.

Porto Marghera, Venezia

Il Porto di Marghera, situato in provincia di Venezia, è un altro esempio di successo di Simbiosi Industriale.

La rete simbiotica si è sviluppata grazie alla creazione di un gruppo di aziende, che hanno iniziato a collaborare tra di loro per ridurre i costi e l’impatto ambientale delle loro attività. 

In particolare, una delle attività più significative a Porto Marghera è quella relativa alla produzione di energia.

Le aziende della rete producono energia attraverso il recupero dei rifiuti derivanti dalle attività industriali, che altrimenti sarebbero destinati alla discarica.

In questo modo, l’energia prodotta è utilizzata dalle aziende stesse e dalle comunità locali, riducendo così la dipendenza dalle fonti di energia fossili e promuovendo la sostenibilità ambientale.

Tali relazioni tra diversi soggetti hanno permesso la creazione di un sistema virtuoso di Economia Circolare, che riduce i costi e l’impatto ambientale delle attività industriali, migliorando la sostenibilità dell’intera comunità.

Distretto industriale di Brescia

Il distretto di Brescia rappresenta una prima dimostrazione nel quale, grazie alla collaborazione instauratasi tra la Confindustria locale e il consorzio CONOE, si è creata una efficiente rete di raccolta e valorizzazione degli oli minerali.

Il distretto è caratterizzato da:

  • un’alta concentrazione di PMI;
  • un alto livello di specializzazione delle attività industriali;
  • una forte interdipendenza dei propri processi produttivi;
  • una spiccata integrazione con il contesto territoriale nel quale si collocano.

Tramite tali collaborazioni sono state raccolte e inviate a riciclo oltre 5.000 tonnellate di olio industriale. 

Distretto Santa Croce, Arno

Il Distretto Santa Croce è stato ideato dall’Associazione Conciatori per sintetizzare e raccontare l’incredibile patrimonio di risorse che l’industria conciaria toscana riesce ad esprimere.

Il distretto si caratterizza per la produzione di pelle e cuoio impiegati in settori quali l’arredamento, la pelletteria e il settore moda in generale.

L’elemento più caratteristico del distretto risiede nella gestione condivisa da parte delle aziende locali delle acque di scarico, le quali vengono colleggate e gestite in un unico impianto di depurazione centralizzato.

Il distretto conta oggigiorno decine di associazioni e aziende associate.

Distretto del tessile di Prato

Il distretto tessile di Prato, uno dei più grandi in Europa, rappresenta a oggi uno dei modelli all’avanguardia nel recupero di materia derivante da indumenti usati.

All’interno del distretto sono presenti circa 7.000 imprese del settore moda da diversi settori: prodotti d’abbigliamento, prodotti tessili per l’arredamento, filati per l’industria della maglieria e molti altri.

Al contempo testimonia alcune delle difficoltà riscontrate nell’implementazione di pratiche virtuose a causa della normativa vigente.

Tale esperienza ha infatti permesso di sviluppare un sistema di simbiosi, volto al trattamento di oltre 180 mila tonnellate all’anno di rifiuti tessili e oltre 50 mila tonnellate di cascami e avanzi di lavorazione.

Progetti di Simbiosi Industriale di ENEA

ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) da anni investe le proprie risorse per la realizzazione di progetti di Simbiosi Industriale su tutto il territorio italiano.

Tra questi progetti sono presenti quelli riportati di seguito, che rappresentano un efficace contributo alla Simbiosi Industriale sul territorio italiano.

Progetto “Eco-innovazione Sicilia”

Il progetto “Eco-innovazione Sicilia” partito nel 2011, con l’obiettivo di favorire la produzione di energia, di mangime zootecnico e compost da scarti agroalimentari.

Progetto “Green-Simbiosi Industriale”

Il progetto “Green-Simbiosi Industriale”, finanziato dalla Camera di Commercio di Bologna, è finalizzato alla produzione di biopolimeri, di sostanze nutraceutiche, e alla valorizzazione energetica.

Progetto area sviluppo industriale Rieti

Il progetto nell’area di sviluppo industriale di Rieti-Cittaducale ha lo scopo di dare soluzioni di simbiosi in diversi ambiti: dalla gestione degli imballaggi in legno, alla gestione delle biomasse legnose.

Programma Innetwork

Il Programma Innetwork, avviato nel 2016/2017, è finalizzato alla produzione di sostanze nutraceutiche dalle acque di vegetazione dei frantoi e alla valorizzazione di energia degli scarti della filiera olivicola.

Progetto CREIAMO

Il progetto “CREIAMO”, in partnership con università degli Studi di Milano Bicocca, ha l’obiettivo di favorire nuove destinazioni e opportunità di valorizzazione economica per i sottoprodotti e gli scarti delle filiere olivicola e vitivinicola.

Sfridoo e i vantaggi della Simbiosi Industriale

L’obiettivo di Sfridoo è quello di generare la Simbiosi Industriale tra le imprese contribuendo attivamente nelle sinergie per ottenere il massimo valore dai residui di produzione.

Negli anni Sfridoo, grazie al proprio network di imprese circolari e ai servizi di valorizzazione degli scarti di produzione, è riuscita a creare centinaia di relazioni di Simbiosi Industriale, portando alla aziende partner diversi benefici:

  • Risparmio economico, evitando costi legati alla gestione dei rifiuti.
  • Riduzione dei costi per l’approvvigionamento di materie prime e energia.
  • Creazione di una rete di business e di nuove opportunità di mercato.
  • Riduzione dei costi legati alla gestione, trasporto e produzione dei rifiuti.
  • Ottimizzazione nell’uso delle risorse e prevenzione della produzione dei rifiuti.
  • Attenuazione della pressione sull’ambiente e delle emissioni.

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