Sostenibilità

Cos’è il Diritto alla Riparazione? Cronologia in 15 punti del “Right to Repair”

Nell'ultimo Circular Economy Action Plan varato dall'Europa, il diritto alla riparazione viene citato come prerogativa del piano d'azione che la Commissione europea sta mettendo in campo per porre al centro la sostenibilità nella filiera produttiva. Ma cos'è il Diritto alla Riparazione?

marco battaglia sfridoo

Marco Battaglia

CEO e Co-Fondatore

cos'è il diritto alla riparazione

Indice

Cos’è il Diritto alla riparazione? Come funziona il “Right to Repair”

È un disegno di legge che stabilisce l’obbligo dei produttori di apparecchi elettronici di rispettare criteri di progettazione e montaggio che siano facili da riparare anche dall’utente stesso e di distribuire parti di ricambio e istruzione per la riparazione.

Negli ultimi anni sia in America sia in Europa sono nati dei veri e propri movimenti attorno a questo tema. Un tema che riguarda direttamente il grande principio dell’obsolescenza programmata: un’espressione che fa riferimento al processo con cui le aziende di produzione esortano i consumatori ad acquistare e sostituire in modo accelerato, nuovi prodotti che siano essi di natura tecnologica o di altra filiera.

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Perché molti produttori sono contro questa proposta di legge?

Al centro della disputa c’è la preoccupazione che, rendendo i dispositivi riparabili da chiunque, anche con pezzi originali, si apra la porta a infrazioni di sicurezza, a possibili incidenti che possano danneggiare i consumatori.

Oltre a questo, ovviamente, da parte delle aziende vi è la preoccupazione di rendere disponibili e alla mercé dei competitor i segreti industriali sul prodotto. Togliendo dunque un fondamentale elemento di vantaggio competitivo acquisito grazie a brevetti registrati ed esperienze aziendali.

Il caso GameStop nell’economia circolare

Un esempio noto è quello di GameStop, nota azienda di vendita di videogiochi e hardware. Da poco tempo GameStop si è cimentata anche nel remarketing delle stesse macchine consolle. L’azienda, oggi in forte crisi (affronteremo questo tema in un altro articolo dedicato), recupera, ripara e rivende le consolle che normalmente vengono utilizzate nel settore gaming.

Come lo ha fatto?

GameStop non potendo avere accesso ai manuali di riparazione di consolle come PlayStation e Xbox ha adottato la tecnica della retro-ingegneria o ingegneria inversa (reverse-engineering), smontando e analizzando ogni singolo elemento, ricostruendo a ritroso la produzione di questi oggetti tecnologici.

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Questa modalità ha permesso a GameStop di prosperare negli ultimi anni di attività mantenendo un forte posizionamento nel settore videoludico, pur avendo competitor molto forti nel settore come le stesse case Sony, Microsoft e Nintendo.

I Movimenti sul Diritto alla Riparazione

In questa battaglia contro l’obsolescenza programmata dei prodotti e il riutilizzo virtuoso degli oggetti tecnologici, vi sono tanti movimenti associativi che hanno dato voce al problema internazionale. Ne riporto di seguito qualcuno che mi ha particolarmente colpito per la capacità comunicativa ed efficacia negli interventi per dare una “scossa” generale alla situazione:

IFixit – movimento californiano nato da due studenti con una grande passione per la tecnologia. E’ un movimento a favore del diritto alla riparabilità. “IFixit è un sito basato su Wiki che insegna alla gente come riparare quasi ogni cosa. Chiunque può creare un manuale di riparazione per un dispositivo e chiunque può modificare la serie di manuali preesistente per migliorarli. Il nostro sito dà la possibilità alle persone di condividere le loro conoscenze tecniche con il resto del mondo.

The Repair Association – Costituita anch’essa in America nel 2013 con il nome di Digital Right to Repair Coalition, l’Associazione rappresenta tutti i soggetti coinvolti nella riparazione e nel riutilizzo della tecnologia: dagli appassionati di fai-da-te ai tecnici della riparazione indipendenti, alle organizzazioni ambientaliste, al mercato post-vendita.

Un luogo in cui i professionisti del settore delle riparazioni possono incontrarsi per discutere questioni che riguardano gli aspetti tecnici della riparazione e che riguardano il poter fare rete con altri membri, facendo progredire le attività e il settore del riutilizzo e del remarketing.

Repair.eu – una community di sostenitori con base europea proprio sul tema della riparabilità. Rappresentano gruppi di riparazione, attori dell’economia sociale, autoriparazione e cittadini impegnati nel difendere il diritto alla riparazione.

 

Cronologia del Diritto alla Riparazione

1975 – La legge “Magnuson-Moss” – Warranty Act. La legge chiarisce le definizioni delle garanzie offerte a clienti da parte delle aziende (“completo”, “espresso”, “limitato”, “limitato”)
ecc.), e mira ad evitare che le aziende si sottraggano ai loro obblighi. Questo include l’annullamento di una garanzia dopo il tentativo di riparazione del prodotto da parte del cliente;

1990 – Gli emendamenti del “Clean Air Act” richiedono che ogni auto americana sia in grado di monitorare le proprie emissioni;
1996 – È necessaria un’interfaccia standardizzata per l’auto. Viene istituito che la porta OBD-II di ogni automobile (computer di bordo che monitora dati dell’automobile) possa avere un accesso indipendente alla diagnostica e ai dati;

2011 – iFixit si unisce all’appello per l’ufficio dei diritti d’autore per fare eccezioni come il “jailbreaking” (tecnica che consente di poter installare software di terze parti ove il dispositivo non lo consenta) su telefoni, tablet e console per videogiochi. Vincendo nella battaglia sui telefoni;

2012 – Gli elettori del Massachusetts approvano con la maggioranza un’iniziativa per il diritto di riparazione che richiede alle case automobilistiche di fornire ai negozi indipendenti la stessa diagnostica, le informazioni e gli strumenti di riparazione forniti a rivenditori e officine autorizzate;

2013 – Un movimento chiede a gran voce di rendere lo sblocco del cellulare di nuovo legale. Il DMCA (legge americana sul copyright digitale) tratta di questo aspetto a non lo prevede;

2014 – Il settore automobilistico e quello dei movimenti di riparazione concordano uno standard per l’accesso ai dati di riparazione;

2015 – Un disegno di legge del Senato americano approvato all’unanimità prevede la possibilità di “Sbloccare La “Scelta del consumatore”: viene firmata e diventa legge. Lo sblocco del cellulare è di nuovo legale;

2015-2016 – iFixit invia oltre 40.000 commenti all’Ufficio del Copyright americano chiedendo esenzioni DMCA per hackerare oggetti come lettori elettronici, cellulari, giochi, consolle, e altro ancora;

2015 – L’Ufficio del copyright concede esenzioni per trattori, auto e tablet;

2015 – Con il sostegno di iFixit, U.S. PIRG, e molti altri, il primo diritto di riparazione (a volte noto come “riparazione equa”- “fair repair”) viene introdotta nella legislazione americana;

2016 – L’Associazione per il diritto digitale alla riparazione, o Repair.org, viene lanciata;

2016 – Il guru della riparazione di MacBook e famoso YouTuber Louis Rossman sostiene l’importanza del Diritto alla riparazione in una delle prime delle sue prime testimonianze video;

2018 – L’Ufficio Copyright amplia il DMCA per includere gli assistenti vocali, l’evasione nuovi telefoni, sistemi di automazione domestica, trattori e la maggior parte delle riparazioni di terze parti;

2018 – L’agenzia di riciclaggio californiana CalRecycle dichiara la riparazione come essenziale per un futuro sostenibile;
2019 – Si tengono audizioni in 20 stati per il diritto alla riparazione durane l’intero anno;

2019 – Il Green New Deal dell’Unione Europea contiene una serie di intenzioni e obiettivi di riparazione (leggi anche Cosa prevede il Circular Economy Action Plan?);
2020 – Almeno 27 stati cercano di avere una legislazione sulla riparazione introdotto quest’anno.

La situazione italiana sul Diritto alla Riparazione

In Italia già oggi, nel caso il prodotto risulti difettoso, il consumatore ha diritto a chiedere la sua riparazione oppure alla sua sostituzione, entro due anni dalla consegna del bene ed è previsto che nel manuale di istruzioni del prodotto siano presenti le informazioni precise sulla sua “durata di vita” del prodotto.

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Quando il consumatore si rende conto che il prodotto acquistato non è conforme, ha diritto alla riparazione, sostituzione o al rimborso del bene.
Ma la sua scelta tra le possibilità offerte (riparazione, sostituzione, rimborso) non è libera e arbitraria, ma è soggetta ad una scala di priorità:
 
1. Il consumatore può chiedere innanzitutto la riparazione (senza spese).
 
2. La sostituzione (senza spese a carico del consumatore) deve essere effettuata quando la riparazione comporta un “notevole inconveniente per il consumatore”, oppure non viene effettuata entro un congruo termine, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore lo ha acquistato.
 
3. Solo successivamente la legge prevede il diritto del consumatore al rimborso del prezzo.
 
 

Conclusioni

Alla fine di questo approfondimento metterei un grande punto interrogativo. Conclusioni? Non le abbiamo purtroppo. Lo scontro con le aziende e con le lobby che insistono sulla tutela del copyright e tutela del segreto industriale, sono in corso, ma la direzione europea sul tema ha rimesso in discussione questi aspetti. L’Estensione della responsabilità del produttore avrà un ruolo determinante su questi temi e segnerà un nuovo passo verso un’Europa sempre più green.

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Marco Battaglia

CEO e Co-Fondatore

Classe 1988, si occupa per Sfridoo degli aspetti di divulgazione e di comunicazione inerenti al tema dell'Economia Circolare

Articolo aggiornato il 06/12/2023