Classificazione delle Terre e Rocce da scavo nella normativa
Le Terre e Rocce da scavo sono materiali generati durante le operazioni di scavo in siti di costruzione, e secondo la normativa vigente possono essere classificati come Sottoprodotti.
La normativa italiana in materia, negli articoli 185 del Decreto legislativo 152/06 e 24 del D.P.R. 120/17, stabilisce infatti criteri dettagliati per la loro classificazione e utilizzo.
Nello specifico, i materiali derivanti da lavori di scavo possono essere considerati “non rifiuti” quando non sono contaminati e vengono riutilizzati nello stesso sito di produzione, senza trattamenti che alterino il loro stato naturale.
Cos’è il sito di produzione
Per comprendere appieno la normativa, è essenziale chiarire i termini “sito” e “sito di produzione”.
Il sito è inteso come un’area geograficamente definita e perimetrata, e include le sue componenti ambientali come suolo e acque sotterranee. Il sito di produzione è l’area dove precisamente le Terre e Rocce da scavo sono generate. Questa distinzione è fondamentale per determinare la corretta gestione dei materiali.
Per i professionisti e aziende interessate a una gestione più sostenibile delle risorse, è dunque fondamentale approfondire il panorama normativo che regolamenta i Sottoprodotti.
In questo contesto, la possibilità di classificare terre e rocce da scavo come Sottoprodotti costituisce un aspetto fondamentale nella gestione ambientale del settore edilizio, contribuendo significativamente alla valorizzazione degli scarti prodotti.
Gestione delle Terre e Rocce da scavo come Sottoprodotti
Una volta classificati come Sottoprodotti, il trattamento e la gestione delle terre e rocce da scavo seguono una procedura specifica, che differisce significativamente da quella applicata ai rifiuti.
Quando le Terre e Rocce da scavo sono destinate a essere utilizzate in un sito diverso da quello di produzione, la loro gestione richiede l’attuazione puntuale della normativa di riferimento.
In questi casi, è fondamentale effettuare una valutazione accurata per determinare se i materiali possono essere ancora considerati Sottoprodotti o se debbano essere trattati come rifiuti.
Non a caso, la valutazione dei requisiti per la classificazione come Sottoprodotto è una delle tematiche più importanti da approfondire in materia di gestione dei Sottoprodotti in azienda.
La valutazione implica un’analisi dettagliata delle caratteristiche del materiale, della sua potenziale contaminazione e del piano di riutilizzo previsto.
Ma la gestione sostenibile delle Terre e Rocce da scavo non si limita alla sola valutazione della loro classificazione: include anche l’implementazione di pratiche operative che assicurino un impiego efficace ed ecologico dei materiali da riutilizzare.
Ciò comporta la pianificazione attenta del loro trasporto, stoccaggio e impiego, assicurando che ogni fase sia realizzata nel rispetto dei criteri ambientali e di sicurezza.


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RICHIEDI ORA LE SCHEDERequisiti specifici per la classificazione come Sottoprodotto
Come anticipato, la legge vigente sancisce che le Terre e Rocce da scavo sono Sottoprodotti ma devono rispondere a requisiti specifici. Per gli addetti ai lavori questo rappresenta una sfida sia burocratica sia operativa.
Per questo motivo, in Italia, è stato indetto dal Presidente della Repubblica un ulteriore provvedimento, il Decreto per la gestione semplificata delle terre e rocce da scavo, intitolato DPR 13 giugno 2016, le cui disposizioni sono in vigore dal 22 agosto del medesimo anno.
Il successivo DPR n. 120 del 13 giugno 2017 introduce importanti novità per facilitare la gestione delle terre e rocce da scavo come Sottoprodotti nel settore delle costruzioni.
Queste precisazioni includono la definizione di tempi certi di risposta per le analisi delle amministrazioni, semplificazioni nelle norme per il trasporto di questi materiali, aggiustamenti specifici per gli inerti oltre a chiarimenti sulle definizioni e sulla regolamentazione dei depositi intermedi dei materiali e delle procedure per le aree sottoposte a bonifica.
Il decreto si sofferma anche sulle modalità di riutilizzo delle Terre e Rocce da scavo per quanto riguarda i piccoli e i grandi cantieri.
Dunque, secondo la normativa italiana, le terre e rocce da scavo sono Sottoprodotti. Inoltre, quelle procurate nei cantieri di piccole dimensioni, di grandi dimensioni e in cantieri di grandi dimensioni sottoposti a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), non sono reputate come rifiuti.
Per essere classificate come Sottoprodotti, dunque, le Terre e Rocce da scavo devono rispondere a questi requisiti:
- Devono essere generate durante la realizzazione di un’opera
- Utilizzo avviene nel corso dell’esecuzione dell’opera stessa o di una diversa, per recuperi o ripristini Ambientali, oppure in processi produttivi in sostituzione di materiali di cava
- Le Terre e Rocce da scavo sono Sottoprodotti solo se risultano idonee all’utilizzo, senza cioè aver subito alcun trattamento
- Devono soddisfare i requisiti di qualità ambientale espressamente previsti dal regolamento
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Entra ora nel marketplaceIl Ruolo della Pianificazione e della Progettazione
Nel contesto della gestione delle Terre e Rocce da scavo, la pianificazione e la progettazione rivestono un ruolo chiave.
Prima dell’inizio dei lavori, è necessario presentare un piano preliminare che illustri dettagliatamente le modalità di utilizzo dei materiali.
Questo piano deve includere aspetti quali:
- La descrizione delle opere
- L’analisi ambientale del sito
- La proposta per la caratterizzazione dei materiali
- Le volumetrie previste
Campionamento e Caratterizzazione
Prima dell’inizio dei lavori, è essenziale effettuare un accurato campionamento dei terreni per verificarne la non contaminazione.
Inoltre, deve essere redatto un progetto specifico che definisca:
- Le volumetrie definitive di scavo
- La quantità di materiali da riutilizzare
- La collocazione dei depositi
Questi passaggi sono fondamentali per assicurare che l’utilizzo delle terre e rocce avvenga nel rispetto delle normative ambientali.
Vantaggi e criticità dei materiali di scarto edilizi come Sottoprodotti
Come visto, la gestione delle Terre e Rocce da scavo come Sottoprodotti è un processo complesso che richiede un’attenta valutazione e pianificazione.
Nonostante il DPR 120/2017 offra linee guida dettagliate per assicurare la gestione responsabile di questi materiali, nei fatti complica le attività da compiere.
La caratterizzazione e il campionamento del terreno sono, infatti, sempre necessarie: per un progetto sottoposto a VIA, l’operatore deve predisporre un piano preliminare di utilizzo che integra lo studio di impatto ambientale da trasmettere prima dell’inizio dei lavori e che dovrà contenere i volumi da scavare e riutilizzare, la collocazione e durata dei depositi, e la collocazione delle terre e rocce da scavo.
Per la sua natura complessa, dunque, la gestione efficace delle terre e rocce da scavo come Sottoprodotti richiede non solo un’aderenza rigorosa alle linee guida e normative, ma anche il coinvolgimento di esperti nel campo.
Comprendere i vantaggi offerti dal classificare come Sottoprodotti i propri scarti di produzione di terre e rocce da scavo, non solo contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale, ma promuove anche un’Economia Circolare che grazie allo scambio genera risparmio e guadagno.
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