Sostenibilità

Come non smaltire PC e RAEE aziendali guadagnando

Devi cambiare PC e RAEE nella tua azienda? In questo articolo scoprirai come valorizzarli, guadagnando, e senza dover spende soldi per smaltirli

Francesco Marica

Francesco Marica

Consulente Ambientale

Devi cambiare PC e RAEE nella tua azienda? In questo articolo scoprirai come valorizzarli, guadagnando, e senza dover spende soldi per smaltirli

Premessa

Quando un’azienda si trova di fronte alla necessità di effettuare il roll-out, ovvero la sostituzione dei propri PC e dispositivi IT, sa che dovrà affrontare un spesa. Ciò si verifica anche quando si tratta di RAEE aziendali in generale. Fin qui nulla di strano perché dotarsi di nuovi hardware ha sempre un costo in qualsiasi caso, che si noleggino o comprino dispositivi nuovi o ricondizionati.

Ma a questo costo, si aggiunge anche quello nascosto relativo allo smaltimento che viene sostenuto interamente dalle aziende proprietarie dei device o dalle aziende noleggiatrici.

A onor del vero bisogna dire che molte aziende non si affidano ancora a servizi di noleggio per i propri dispositivi, soprattutto se si parla di device che contengono dati aziendali sensibili. Questo perché i dispositivi rappresentano un asset sui quali l’azienda investe e intende conservare per fattori anche di natura normativa – vedi GDPR. Anche per questo motivo, spesso capita che in azienda vi siano aree dedicate allo stoccaggio dei vecchi device inutilizzati, attendendo il giorno in cui disfarsene.

Chi smaltisce paga tre volte

A questo punto ci si trova di fronte a un paradosso. Infatti le aziende e le partite IVA in generale, oltre a sostenere i costi della tassa per i rifiuti, si trovano a dover pagare un’ulteriore quota nonostante nell’acquisto dei nuovi prodotti siano già compresi gli oneri per lo smaltimento di quelli vecchi. Comuni e municipalizzate si fanno infatti pagare per ritirare computer, monitor, stampanti, cellulari, TV e tutti gli elettrodomestici, se provenienti da utenze non domestiche.

In pratica le aziende dovrebbero pagare tre volte: la tassa, il compenso RAEE già integrato nel prezzo dei nuovi prodotti e quanto richiesto dai comuni per lo smaltimento. Ovviamente la stessa cosa avviene se ci si affida a un privato che ritiri gli hardware da smaltire.

Così, spesso accade che i dispositivi non più usati vengano dismessi in magazzino e là dimenticati pur di non affrontare quella che viene percepita come una spesa non urgente e un onere scomodo anche dal punto di vista pratico.

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Perché non smaltire PC e RAEE aziendali come rifiuti

Tutti questi dispositivi in realtà hanno ancora un valore, ma purtroppo più tempo viene fatto passare e meno sono le chance di guadagno.

I device IT, dei quali un’azienda si dota, possono essere hardware potenti in quanto devono soddisfare delle necessità professionali ben precise. Questi dispositivi devono supportare software pesanti che necessitano di alte capacità di calcolo. Programmi di grafica, progettazione, gestionali, i quali devono funzionare in maniera fluida. In più la velocità con la quale questi software si aggiornano e aumentano le loro prestazioni rendono presto le macchine sulle quali girano non più di sufficiente potenza.

Ciò non significa che questi dispositivi non siano più utilizzabili o validi per altri scopi. Possono infatti fare al caso di utenti con minori esigenze: chi per esempio ne fa un uso domestico o anche d’ufficio. Ma è possibile prevederne un riutilizzo anche presso istituti scolastici o che effettuano attività socialmente utili.

Entro quanto tempo puoi valorizzare PC e RAEE aziendali?

Si può definire in una media di 3 anni il periodo entro il quale la maggior parte delle aziende effettua la sostituzione dei propri dispositivi.

Da questi dispositivi, non più utilizzati internamente, al momento della loro sostituzione, è possibile ricavare un valore. Essendo più potenti al momento dell’acquisto hanno anche un costo più alto e vengono perciò definiti di alta gamma. Dopo qualche tempo il loro valore è soltanto diminuito, diventando di gamma media in quanto sul mercato sono apparsi hardware più potenti.

La valorizzazione nel nostro mercato interno è realizzabile entro un tempo che può variare dai 2 ai 5 anni, dopo i quali il dispositivo diventa obsoleto.

Sappiamo però che ci sono parti del mondo e della stessa Europa dove, anche a causa del digital divide, il gap tra la potenza dei dispositivi è maggiore. Ciò rende quelli usati nel nostro paese ancora validi in queste altre realtà, con tempistiche più dilatate che possono anche superare i 5 anni, ma che comunque non sono infinite.

Quindi è consigliabile programmare la valorizzazione perché superato un certo tempo è più difficile ottenere un guadagno ed esso stesso può calare fino ad annullarsi.

Come guadagnare da PC e RAEE aziendali usati

Al fine di trasformare un costo di smaltimento in un guadagno, è possibile vendere il proprio stock. Inizialmente si effettua una cernita e poi si classificano i dispositivi in base al loro stato di integrità, ma anche in base ai componenti (che determineranno una fascia più o meno alta). I guadagni dipendono da questi due elementi appena indicati. Ovviamente più sono integri e di una fascia alta al momento del ricambio, maggiore sarà il guadagno.

A questo punto i dispositivi saranno completamente ripuliti dei propri dati attraverso formattazioni apposite e ricondizionati, riportandoli alle iniziali condizioni di fabbrica. In alternativa i dispositivi possono diventare fonte per parti di ricambio per altri device o per assemblarne di nuovi.

Solo come ultima istanza i dispositivi elettronici possono essere riciclati diventando la fonte dalla quale riottenere vari materiali, come terre rare, metalli preziosi e non. Si tratta di quello che si sta affermando col nome di Urban Mining, miniere urbane.

Conclusioni

È quindi possibile evitare di smaltire come rifiuti tutti i device aziendali come PC, smartphone, tablet, fotocopiatrici ecc.. Ma non solo, è anche possibile ottenerne un guadagno, evitando di dover spendere soldi per smaltirli. Questa pratica di valorizzazione dei propri PC e RAEE aziendali, inoltre, è in linea con i principi dell’Economia Circolare.

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Francesco Marica

Francesco Marica

Consulente Ambientale

Appassionato di gestione ambientale ho voluto farla diventare la mia professione.

Articolo aggiornato il 13/02/2024