Sostenibilità

LCA: uno strumento fondamentale per la tua azienda

Il metodo LCA permette alle aziende di valutare l'impatto ambientale dei propri prodotti o servizi lungo tutto il loro Ciclo di Vita nella catena produttiva. Questo metodo olistico permette di ottenere risultati affidabili e replicabili, quindi di rilievo scientifico, e di comunicare la Green Identity della propria azienda ai consumatori finali

Alessia Samperi

Analisi e valutazione dell'impatto ambientale durante tutto il Ciclo di Vita di un prodotto

Cos’è il Life Cycle Assessment?

LCA (Life Cycle Assessment, ovvero Valutazione del Ciclo di Vita) è uno strumento operativo dell’LCM (Life Cycle Management, ovvero Gestione del Ciclo di Vita) ed è utilizzato per analizzare l’impatto ambientale di un prodotto, o processo produttivo, durante tutte le fasi del suo Ciclo di Vita. La prima volta ad essere stato utilizzato il metodo LCA è stato negli anni Sessanta, dal colosso Coca-Cola. 

Attraverso l’utilizzo di risorse (come energia, materie prime, acqua) e la misurazione delle emissioni ambientali di CO2, la LCA consente di valutare, quantificare ed interpretare le relazioni che intercorrono tra le azioni umane e l’ecosistema, e il conseguente impatto su di esso. 

Oggi, la procedura per l’esecuzione di questa metodologia è standardizzata da due norme: 

  • la ISO 14040:2006 – Principi e quadro di riferimento; 
  • la ISO 14044:2006 – Requisiti e linee guida. 

A livello europeo, l’importanza strategica dell’adozione del metodo LCA come strumento di base e scientificamente adatto all’identificazione di aspetti relativi all’impatto ambientale della catena produttiva delle aziende, è espressa chiaramente all’interno del Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica Integrata dei Prodotti. Inoltre è suggerita anche all’interno dei Regolamenti Europei: EMAS (761/2001/CE) ed Ecolabel 1980/2000/CE.

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Le origini del metodo

La maggior parte delle attività dell’essere umano richiede il consumo di materie prime, ma anche il rilascio di scarti solidi, liquidi e gassosi nell’ambiente. Ciò causa effetti negativi sulla salute dell’uomo e sull’aspetto del paesaggio.

Per misurare tali effetti sono stati sviluppati degli strumenti di valutazione dell’impatto ambientale, tra i quali il più completo è la LCA.

Alla fine degli anni 60 alcuni ricercatori, che si occupavano del problema del consumo di risorse e della generazione di liquami di scolo nei processi industriali, iniziarono a studiare i sistemi produttivi dal punto di vista dell’impatto ambientale, seguendo il percorso delle materie prime: dall’estrazione, ai processi di trasformazione e di trasporto, fino al loro smaltimento. 

È a partire dagli anni 70 che si ebbero i primi esempi di applicazione del metodo LCA da parte di alcune aziende americane, tra cui la EPA (Environmental Protection Agency) e Coca Cola.

Solo negli anni 80 in Europa si diffuse questa metodologia tramite la pubblicazione, da parte di un’azienda americana, del manuale di Analisi Energetica, che offriva una descrizione dettagliata del procedimento LCA.

Nel 1993, dopo alcune iniziative di standardizzazione della metodologia LCA, durante il Congresso SETAC (Society of Environmental Toxicology and Chemistry), venne validato e coniato ufficialmente il termine.

Oggi questo strumento è uno dei più efficienti per il calcolo dell’impatto ambientale dei sistemi produttivi, e promuove una certa sensibilizzazione sui temi ambientali, non solo all’interno delle aziende. 

Perché è importante per la tua azienda?

Le aziende utilizzano il metodo LCA per misurare le prestazioni ambientali di un prodotto o di un servizio lungo tutto il suo Ciclo di Vita, tenendo in considerazione tutte le attività della catena di fornitura (supply chain): dalla pre-produzione (che comprende l’estrazione delle materie prime dalla terra e la fabbricazione dei materiali), passando per la produzione, la distribuzione, l’utilizzo del prodotto (inclusa la sua manutenzione), l’eventuale riuso o riciclo, fino alla dismissione o allo smaltimento.

L’approccio “multi-criteri” (vale a dire diverse categorie di impatto ambientale: CO2, acqua, ecc.) permette alle realtà aziendali di tenere sotto controllo la propria impronta ambientale o Footprint, che comprende la Carbon Footprint (valutazione dei potenziali impatti ambientali sui cambiamenti climatici) e la Water print (valutazione dei potenziali impatti ambientali legati all’acqua, in termini quantitativi e qualitativi).

Dati gli innumerevoli vantaggi dell’utilizzo del metodo LCA, tante aziende hanno capito che può essere di aiuto per un ampio arco di applicazioni: design, identificazione di aree di miglioramento delle prestazioni ambientali, sostegno nella definizione delle procedure di acquisto, educazione ambientale, comunicazione di marketing.

In pratica, l’ambiente è particolarmente complesso e difficile da definire in un modello. Motivo per cui la LCA, che si attiene agli scopi dell’analisi, deve essere un compromesso tra praticità e complessità. 

La LCA rappresenta il metodo che, in questo momento, meglio affronta e valuta in modo olistico le relazioni tra uomo e ambiente.

Vanta, inoltre, di un metodo strutturato e scientifico perché permette di affrontare tutti gli step metodologici di analisi del Ciclo di Vita di un prodotto e del suo processo produttivo in modo oggettivo, permettendo di verificare i dati raccolti e la generazione di risultati replicabili.

Per ultimo, con LCA:

  • si ottengono le etichette ambientali più conosciute in Europa, come EPD (o Cradle to Cradle negli USA), una certificazione volontaria che attesta in modo trasparente e oggettivo l’impatto ambientale di un determinato prodotto o servizio;
  • si accede ai GPP, strumento che favorisce l’ingresso di criteri ambientali nelle modalità di acquisto di beni e servizi della Pubblica Amministrazione;
  • si raggiunge un nuovo target di clienti: secondo l’indagine Nielsen, infatti, i Millennials e la GenZ preferiscono comprare prodotti che promuovono la sostenibilità ambientale.

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EPD

La Dichiarazione Ambientale di Prodotto (Environmental Product Declaration) è un documento che descrive in modo trasparente, oggettivo e comparabile l’impatto ambientale di un determinato prodotto o servizio di un’azienda.

Pur essendo una certificazione volontaria, sempre più aziende decidono di ottenerla, in virtù dei vantaggi di cui possono beneficiare non solo i produttori, ma anche i distributori e i consumatori, soprattutto in termini di comunicazione della propria Green Identity.

La EPD ha valenza internazionale e si può applicare a tutte le tipologie di prodotti o servizi.

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A cosa serve

Tramite gli studi della LCA è possibile comprendere:

  • quanta energia è stata impiegata per la produzione, dalle materie prime ai trasporti;
  • quanta energia consumerà un prodotto durante il suo funzionamento;
  • il costo ambientale dello smaltimento; 
  • come ridurre impatti ed emissioni di CO2. 

La LCA, quindi, può essere considerata una guida su come migliorare l’impatto ambientale dei prodotti esistenti e della creazione di nuovi.

I risultati della LCA possono essere utilizzati per confrontare prodotti simili, oppure diversi ma con la stessa funzione, per richiedere certificazioni ambientali e per comunicare la prestazione ambientale del prodotto.

Come funziona in 4 step

Quando si decide di effettuare l’analisi LCA di un prodotto, bisogna innanzitutto identificare i processi coinvolti nel Ciclo di Vita di ciascun componente e del packaging.

Generalmente, l’analisi considera:

  • estrazione e fornitura di materie prime;
  • produzione;
  • imballaggio;
  • trasporto dal sito di produzione al punto vendita;
  • utilizzo;
  • smaltimento del prodotto e del packaging. 

Terminata la fase di identificazione dei processi, la LCA si concretizza in quattro macro fasi:

  • Definizione degli obiettivi e del campo di applicazione: vengono definiti gli obiettivi e le finalità dello studio, l’unità funzionale usata (kg, litri; o nel caso dei trasporti, e.g. Passeggero/km, ecc.), le aree di studio sulle quali si vorrà intervenire, la definizione della raccolta di dati, le assunzioni e i limiti dello studio, gli attori che eseguono lo studio e che consultano i risultati, e i requisiti di qualità da raccogliere e analizzare. 
  • Analisi di inventario: consiste nella raccolta di dati e nelle procedure di calcolo mirate a quantificare tutti gli input e output (massa ed energia), connessi alle diverse fasi del Ciclo di Vita di un prodotto, e riferiti all’unità funzionale usata.
  • Valutazione degli impatti: a seguito del consumo di risorse e del rilascio nell’ambiente di CO2 calcolati nell’inventario, viene valutato il peso del potenziale impatto ambientale provocato dai processi produttivi necessari per tutte le fasi del Ciclo di Vita del prodotto o il servizio in esame.
  • Interpretazione dei risultati: procedimento che mette in relazione i risultati dell’analisi di inventario e della valutazione dell’impatto. I risultati delle fasi precedenti costituiscono le conclusioni e le raccomandazioni volte a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi considerati.

Le imprese hanno anche la possibilità, in modo indipendente, di individuare i propri criteri di analisi e valutazione, quindi alcune differenze possono essere presenti nei risultati degli studi, condotti da diverse aziende, su prodotti analoghi o simili. 

Leggi anche Le fasi della vita di un prodotto: cosa significa BOL – MOL – EOL

Pro e contro del metodo LCA 

I punti a favore di questo metodo sono:

  • l’attenzione a tutti gli step che compongono il Ciclo di Vita di un prodotto (estrazione e fornitura di materie prime, produzione, imballaggio, trasporto dal sito di produzione al punto vendita, utilizzo, smaltimento del prodotto e del packaging); 
  • la possibilità di rendere misurabile quantitativamente l’intero processo produttivo, tramite la raccolta di dati oggettivi; 
  • l’analisi dell’impatto ambientale di un prodotto all’interno di una prospettiva olistica, che tiene in considerazione gli effetti diretti e indiretti sull’ambiente;
  • una metodologia che, per la sua naturale struttura, può essere utilizzata da più aziende e in più settori dell’economia;
  • il raggiungimento di risultati affidabili e replicabili, quindi di rilievo scientifico;
  • risultati standardizzati che permettono di controllare in itinere l’impatto ambientale di un prodotto o processo di produzione;
  • la possibilità di intervenire su fasi specifiche e ritenute critiche del Ciclo di Vita di un prodotto;
  • possibile riduzione dei costi di produzione, tramite la riduzione delle emissioni di CO2 generate dalla propria attività produttiva.

Allo stesso tempo, la metodologia usata per verificare l’impatto ambientale, diretto e indiretto, del Ciclo di Vita di un prodotto è molto complessa, richiede tempo e ha dei costi iniziali elevati e relativi alla fase di inventario, di raccolta dati e di acquisto del software da utilizzare. 

Le aziende devono inoltre prevedere il training del personale specializzato per svolgere l’analisi scientifica, di per sé molto complessa. A questo proposito è consigliabile per le aziende affidarsi a un team esterno e specializzato.

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Altra limitazione del metodo LCA è quello di non riuscire a stabilire tutti gli impatti ambientali che riguardano il Ciclo di Vita di un prodotto perché non è possibile misurare gli aspetti qualitativi ad esso legati con parametri quantitativi. 

Inoltre i dati ambientali da valutare non possono essere considerati dati assoluti, bensì relativi perché rapportati alla funzione dell’oggetto di analisi. È necessario l’utilizzo di specifiche banche dati, disponibili sul mercato tramite software di analisi che permettono di effettuare l’inventario e la valutazione LCA di prodotti o servizi.

Software LCA: 3 consigli 

I software per fare una corretta valutazione del Ciclo di Vita di un prodotto sono:

  • Oneclick LCA: permette a tutti gli attori dell’Industria delle Costruzioni di calcolare l’impatto ambientale nella maniera più semplice e veloce possibile. Questo software è utilizzato nei BIM (Building Information Modeling, modello della gestione integrata di informazioni geometriche e alfanumeriche di una costruzione, durante tutto il suo Ciclo di Vita);
  • SimaPro: è stato sviluppato per aiutare efficacemente le aziende nell’applicazione del metodo LCA;
  • Open LCA: è open access e permette di progettare e costruire framework di valutazione sulla sostenibilità e sul Ciclo di Vita, in modo veloce, affidabile e performante.

Conclusioni

Tenendo in considerazione la misurazione degli aspetti quantitativi che riguardano l’impatto ambientale dei processi di produzione, tramite l’analisi LCA è possibile analizzare in modo facile quali sono gli elementi di scarto e le emissioni di CO2 durante tutto il Ciclo di Vita di un prodotto, rendendo tangibile l’impatto ambientale in tutti gli aspetti della catena produttiva.

A causa dei limiti sopra indicati, il metodo LCA potrebbe causare reazioni scettiche tra le organizzazioni che ancora non hanno avuto a che fare con questa tecnica innovativa. 

Infatti, sono inizialmente le aziende indirizzate verso un’identità Green a voler comunicare e rendere tangibile l’analisi dell’impatto che il Ciclo di Vita di un loro prodotto può avere sull’ambiente.  

Infine, è stato dimostrato (Lewandowska et al., 2011) che il metodo LCA non è da sostituirsi agli approcci tradizionali (EMAS) di valutazione, report e improvement delle performance ambientali delle aziende, bensì affiancarli in modo tale da ottenere una visione più ampia e completa sui propri impatti ambientali, derivante dalla combinazione di questi approcci.

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Crediti 

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Alessia Samperi

Sorridente, sensibile e con la testa fra le nuvole sono le caratteristiche che più mi descrivono. Amo conoscere cose nuove, la fotografia, il mare e Netflix. Dopo la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche mi sono dirottata su un corso ITS di Comunicazione e Marketing Digitale, con l’obiettivo di integrare le conoscenze acquisite all’università al digital marketing. Uno dei miei obiettivi professionali è quello di lavorare nell’ambito della pubblicità, che sia questa veicolata tramite mezzi tradizionali o campagne social.

Articolo aggiornato il 11/03/2024